Come funziona l’obsolescenza programmata: Impossibile usare Samsung ed Apple per 10 anni

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Come funziona l'obsolescenza programmata

Come funziona l'obsolescenza programmata

Come funziona l’obsolescenza programmata? Questa è una domanda che molti consumatori si pongono. In un mondo sempre più digitale, l’obsolescenza programmata rappresenta un grande problema. Ma cos’è esattamente l’obsolescenza programmata?

Si tratta di una strategia adottata dai produttori in cui un prodotto viene progettato con una durata di vita limitata, costringendo i consumatori a sostituire o aggiornare il prodotto dopo un certo periodo di tempo. Questa pratica non solo genera rifiuti elettronici, ma grava anche sulle tasche dei consumatori, che si trovano a dover sostituire dispositivi ancora funzionanti ma resi obsoleti dalle scelte dei produttori.

Samsung e l’obsolescenza: dispositivi che funzioneranno bene per massimo 4 anni dal lancio

Recentemente, Samsung ha annunciato che interromperà gli aggiornamenti periodici per la serie Galaxy Note 10, segnando essenzialmente l’avvio della fine del ciclo di vita del dispositivo. Lanciato nel 2019 con un prezzo iniziale attorno ai 1000 euro, pone un dilemma per i consumatori: spendere una somma considerevole per un nuovo dispositivo al lancio o spendere la metà dopo un paio d’anni che è in circolazione, anche se avrà una durata limitata?

Vecchie serie: un acquisto sconsigliato

Se si opta per l’acquisto di un Galaxy Note 8 o 9, modelli del 2017 e 2018, ci si troverebbe con un dispositivo lento e non aggiornato, che avrebbe problemi con le applicazioni più recenti. Come funziona l’obsolescenza programmata in questi casi? Non è la prima volta che Samsung è sotto i riflettori per tali pratiche. La società è stata multata più volte per rilasciare aggiornamenti che, anziché migliorare le prestazioni del telefono, le hanno in realtà compromise (anche se spesso, Samsung ed altre società vincono il ricorso). Ma non è l’unica: anche Apple, sebbene un po’ più generosa in termini di supporto, è stata punita per pratiche simili.

Un barlume di speranza: Fairphone contro l’obsolescenza

Tuttavia, con la crescente consapevolezza del problema, stanno emergendo delle soluzioni. Marchi come Fairphone emergono, in controtendenza o forse per sfruttare una “falla” del mercato. Questo grazie a una promessa di 10 anni di aggiornamenti e prezzi accessibili per i pezzi di ricambio, rappresentano una soluzione sostenibile in un mercato saturato.

Fairphone non solo si pone come un’alternativa etica, ma ridefinisce anche le aspettative dei consumatori sul ciclo di vita dei prodotti elettronici. In un’epoca in cui l’obsolescenza programmata è quasi la norma, Fairphone sfida lo status quo, incoraggiando una mentalità di durabilità e responsabilità. L’impegno del marchio verso la sostenibilità e la trasparenza lo rende un punto di riferimento per chi cerca un dispositivo affidabile e rispettoso dell’ambiente.

La cosa un po’ assurda, è che caratteristiche quali la durabilità e la riparabilità dovrebbero rappresentare la base di un qualsiasi prodotto. Invece il consumatore deve andare a ricercarli in marchi alternativi, un po’ di nicchia e un po’ per nerd e smanettoni, anziché reperirle nelle marche che dominano il mercato.

La mossa della Francia contro l’obsolescenza programmata

In Francia sono notoriamente “rompiscatole”. Già, un’iniziativa legislativa nel paese dei nostri cugini a partire dal 2021 ha introdotto l’obbligo di indicare l’indice di riparabilità sui prodotti. Questo indice, calcolato in base a vari criteri come il prezzo e le tempistiche di riparazione, fornisce un voto da 1 a 10 e aiuta i consumatori a identificare quanto facilmente un prodotto può essere riparato, incoraggiandoli a fare scelte più sostenibili. In un paese come l’Italia vedremmo un voto di 4 su un prodotto Samsung a fronte di un 9 su un Fairphone. Questo potrebbe indurre molti a riflettere prima di effettuare un acquisto.

“Ma quindi 1000 euro per un Samsung ma se ha 4 come indice, se si sfascia mi attacco?” sarebbe una domanda facile da farsi. Così come: “Ah ma quindi questo Fairphone costa 500 euro e inoltre se si rompe non costa nulla ripararlo? Buono!”. Sarà difficile vederlo, considerando come funziona il mercato nel bel paese ma mai dire mai.

Conclusione: capito come funziona l’obsolescenza programmata?

L’obsolescenza programmata ha delle ripercussioni sia ambientali che economiche. Tuttavia, con una combinazione di consapevolezza dei consumatori, iniziative legislative e aziende responsabili, c’è speranza di spostarsi verso una produzione più etica, garantendo ai consumatori dispositivi duraturi e riparabili.

Redazione Tana delle Volpi

Immagine di copertina Copyright free generata con Midjourney

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