proprietà intellettuale di un meme
proprietà intellettuale di un meme

Ogni giorno Internet viene invasa di contenuti di proprietà di qualcun altro. Viviamo in illegalità diffusa. Gli utenti ripubblicano visi di personaggi famosi o meno famosi, oppure estratti di film e cartoni trasformandoli in contenuti satirici noti come “Meme”. Ma di chi è la proprietà intellettuale di un meme?

Tra copyright, satira e pubblico dominio, il panorama frenetico e virale dei meme trascende ogni regola. Ogni giorno immagini, battute e situazioni diventano oggetto di condivisioni e reinterpretazioni. Ma una domanda sorge spontanea: di chi è la proprietà intellettuale di un meme? E, soprattutto, che succede quando un contenuto viene “rubato”, nonostante spesso il materiale originale non appartenga nemmeno a chi l’ha creato? Facciamo chiarezza su copyright, satira e pubblico dominio, analizzando casi tipici.

In questo esame faremo quattro ipotesi. Ci teniamo a dire che questa è solo una delle molteplici chiavi di lettura, in quanto solo la giurisprudenza (e di conseguenza una causa) possono stabilirlo con esattezza.

  • Opere di pubblico dominio, ritematizzazione e ricondivisione
  • Foto private di qualcuno
  • Frame di film o serie tv trasformate in meme
  • Personaggio pubblici utilizzati per satira

1) Opere di pubblico dominio: quando il meme è “di tutti”

Prendiamo un esempio celebre: un meme costruito sulla Gioconda. Essendo un’opera di pubblico dominio, chiunque può utilizzarla, a patto che l’immagine base sia priva di restrizioni (ad esempio, una foto scattata da qualcuno che ha a sua volta un copyright). Tuttavia, inserire un testo originale o apportare modifiche creative trasforma l’immagine in un’opera nuova, protetta dal diritto d’autore del creatore del meme. In questo caso, rubare il meme significa appropriarsi di un lavoro creativo altrui, anche se la base è libera.

2) Foto private: il gatto di qualcuno non è il tuo

Se un meme utilizza una foto scattata dall’autore, magari raffigurante il proprio gatto con un commento originale, le cose si complicano. Qui la violazione è duplice: non solo viene rubata la battuta (anche modificandola), ma anche la foto, che è di proprietà esclusiva di chi l’ha scattata. In questo caso, il “furto” diventa particolarmente evidente.

3) Frame di film o serie tv, il dilemma della satira e del “fair use”

Meme costruiti su screenshot di film o serie TV toccano un tema complesso. Il contenuto originale è protetto da copyright, ma l’articolo 70 della legge sul diritto d’autore consente un uso limitato di opere per scopi di critica, recensione o didattica.

È qui che entra in gioco la satira (a sua volta tutelata direttamente dalla nostra costituzione): se lo screenshot è usato per una battuta satirica, l’uso potrebbe essere legittimo.

Tuttavia, anche in questo caso, chi ruba quel meme (rielaborazione originale di un contenuto protetto da copyright, inserendoci una battuta originale) non sta facendo satira, ma plagio, incorrendo in un illecito (paradossalmente sia verso il creatore del meme che verso il proprietario originale dell’opera “memata”).

Questo punto forse più di tutti gli altri può essere chiarito soltanto davanti a un giudice.

4) Personaggi pubblici: diritto all’immagine vs satira

Qui la questione si complica alla massima potenza. Politici, attori e celebrità rappresentano un’area grigia. Sebbene il diritto all’immagine protegga anche i personaggi pubblici, l’articolo 70 ed altri possono (in linea teorica) giustificare l’uso limitato delle loro foto per scopi satirici.

Più volte la giurisprudenza si è pronunciata sulla rinuncia in tutto o in parte alla privacy per un personaggio pubblico, il quale fa della propria immagine pubblica il suo status symbol, accettando critiche, satira e utilizzi più o meno costanti della propria immagine.

Chi crea il meme può rivendicare i diritti sulla battuta o sulla modifica, ma non sempre sull’immagine. Rubare un meme di questo tipo resta comunque una violazione, poiché non aggiunge nulla di nuovo.

Entriamo più nello specifico: Carlo Conti che appare in Sanremo (trasmissione che con i social ha visto un aumento esponenziale di parodie e immagini utilizzate per la satira) non verrà mai a dirti che hai condiviso illecitamente una sua immagine presa dal Festival di Sanremo per scriverci una battuta, perché questo riguarda proprio lo scopo di Sanremo. Ben diverso sarebbe ricaricare minuti interi della serata: si perderebbe la parte informativa o goliardica della battuta e si entrerebbe in una sorta di “pirateria”, in quanto ci pensa già Raiplay a farlo in chiaro.

Proprietà intellettuale di un meme: quali sono i reati in cui puoi incorrere?

Riassumendo le quattro ipotesi e ciò che vi ruota intorno, possiamo configurare alcuni tipi di reati:

Violazione del diritto d’autore

Se qualcuno usa, copia o rielabora un’opera (foto, testo, meme) senza il permesso del titolare dei diritti (il proprietario dell’opera originale o il “rielaboratore” della stessa), viola il diritto d’autore. In questo caso si configura un illecito civile e il titolare può chiedere il risarcimento danni e la rimozione del contenuto. Diviene reato se la violazione avviene con scopo di lucro (ad esempio vendendo meme o usando immagini protette per guadagnarci).

Plagio

Il plagio avviene quando si copia o ci si appropria dell’opera intellettuale di un altro (testo, battuta, immagine modificata, ecc.) facendola passare per propria, senza citare l’autore. È un’ipotesi particolare di violazione del diritto d’autore che riguarda l’appropriazione creativa e l’assenza di attribuzione. Il plagio è illecito civile (risarcimento danni e riconoscimento della paternità dell’opera), ma può anche aggravare la posizione in sede penale se legato a violazioni con scopo di lucro.

Violazione della privacy e del diritto all’immagine

La violazione della privacy, avviene quando si usa l’immagine, il volto o qualsiasi altro dato identificativo di una persona senza il suo consenso, specialmente se la persona è riconoscibile e non è un personaggio pubblico.

Violazione del diritto all’immagine

La violazione del diritto all’immagine avviene quando si pubblica, diffonde o utilizza l’immagine di una persona senza il suo consenso, salvo eccezioni per finalità di cronaca, satira o interesse pubblico, purché nel rispetto della dignità e della reputazione della persona ritratta. E come accennato è direttamente proporzionale alla fama e all’immagine pubblica della persona.

Puoi fare un meme con un politico? Sì purché rispetti quanto sopra. Puoi fare un meme sul vicino di casa e condividerlo? No, perché non è un personaggio pubblico e ciò comporterebbe illecito civile (risarcimento danni e rimozione del contenuto), ma in casi gravi (ad esempio danni all’onore o alla reputazione) può anche dare luogo a sanzioni più pesanti.

Proprietà intellettuale di un meme: il fragile confine tra creatività e plagio

Nel regno digitale dei meme, il confine tra innovazione e violazione è sottile. Mentre chi crea un meme può invocare protezioni legali, chi lo ruba e lo ripropone altrove si espone quasi sempre a un illecito. La soluzione è semplice: dare credito agli autori originali e rispettare i diritti d’autore, anche in un contesto apparentemente libero come quello dell’umorismo online. Perché, in fondo, anche il regno del meme ha le sue regole.

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